Ci ricasco, ancora una volta. Ogni volta che penso di aver superato una prova, ecco che il destino mi ricorda che la vita è un cerchio. L'ansia da referto è diventata una compagna tossica da oltre un anno, una sensazione che mi fa letteralmente perdere la ragione. Ieri ho effettuato un prelievo di sangue per controllare alcuni malesseri, incluso un test richiesto dall'oculista a causa di un recente problema al mio occhio. Ero convinta di dover attendere fino a lunedì per il referto, ma invece oggi ho ricevuto una notifica che mi avvisava che potevo scaricarlo dal sito.
In un attimo, tutto è cambiato:
la mia vita è passata davanti ai miei occhi come un film. Come un automa, mi
sono diretta verso il PC, con la sensazione di dirigermi verso il braccio della
morte. Ho provato a inserire la password, ma non veniva accettata. Bestemmio in
aramaico, mentre il mio cuore va fuori controllo. Quando apro il referto, i
valori appena al di fuori della norma mi mandano nel panico. Chiamo il medico,
amici, cognate... mi manca solo il notaio per dettare le mie ultime volontà e
un prete.
Finalmente, il medico mi richiama
dopo aver visto il referto, cercando di tranquillizzarmi. Faccio del mio meglio
per recuperare lucidità e arginare i pensieri negativi. Resisto alla tentazione
di confrontare i risultati con le analisi precedenti, ma non posso fare a meno
di dare un'occhiata, mentre dentro di me cresce il desiderio di gettare al
fuoco tutte queste carte. Queste carte demoniache che mi esercitano una
pressione insopportabile, che mi mettono sotto scacco. Forse un giorno mi
libererò di questa patologia, ma solo per sfinimento, quando finalmente non
avrò più la forza e la voglia di farmi del male.
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