Servizio esclusivo del nostro uomo sul posto, Luigi De Conti.
Da informazioni ricevute si consiglia una ricognizione aerea
della zona di Peenemumde, Germania orientale, affacciata sul Mar Baltico. Un
aereo della R.A.F. è pronto al decollo; l’equipaggio è composto da Amelia
Johnson, pilota ausiliario;
capitano John Wright, copilota; Frank Miller, agente dell’intelligence britannico.
capitano John Wright, copilota; Frank Miller, agente dell’intelligence britannico.
De Conti nutre sospetti sulla donna: chi è veramente Amelia
Johnson?
Stati Uniti d’America, stesso periodo.
Ultime notizie.
L’aereo inglese è stato abbattuto. Urge azione di ricerca dei
sopravvissuti e loro esfiltrazione. Rick MacReady, capitano della US Navy ed
incaricato della missione, dovrà fare l’impossibile per riportare a casa
soprattutto Amelia Johnson. Perché?
Il tempo stringe; Hitler in persona ha dato l’ordine di risolvere
quanto prima la faccenda e Wilhelmina Von Kluger, donna tanto affascinante
quanto ambigua, sa che gli ordini del Fuhrer non si discutono. Chi è
Wilhelmina? Perché Hitler tratta con rispetto Amelia?
Un momento: quanto sopra esposto è realtà o finzione?
Soprattutto, come ha fatto Luigi De Conti a venire a conoscenza di tutto ciò?
“All’ombra della svastica”, strutturata come spy-story di sapore bondiano, narra
quello che ben sarebbe potuto essere un episodio secretato dell’epoca; così
come Luigi De Conti ben sarebbe potuto essere l’inviato di una qualche testata
giornalistica.
Luoghi (ad esempio: palazzi, strade, stazioni ferroviarie,
porti, aeroporti), situazioni, atmosfere (basti pensare alla Berlino agghindata
di tutto punto per festeggiare il Fuhrer) si possono toccare con mano: l’Autore
conduce il lettore nel cuore della Germania nazista, fino all’incontro con
Adolf Hitler in persona; lo fa volare su aerei e dirigibili, lo guida su
automobili e treni, lo ospita all’interno di un U-Boat… tutto è realistico e
descritto con padronanza di parole e termini tecnici.
Al riguardo De Conti merita un plauso per averci resi edotti,
nelle note finali, di come macchine fotografiche in 3D e cibo esplosivo ma, al
tempo stesso, commestibile non siano frutto del suo ingegno ma strumenti
davvero in uso all’epoca. Altro plauso per aver ammesso di aver tratto spunto
per la figura di Amelia Johnson dalla famosa trasvolatrice Amelia Earhart
(oltre che dalla pilota Amy Johnson).
In ogni momento il lettore è accanto ai protagonisti,
scaltri, accorti, maliziosi; entra nei loro pensieri, nei loro giudizi, nei
loro dialoghi.
Anche il ritmo è quello giusto: serrato, senza pause (se non
quelle strettamente fisiologiche). L’Autore tiene avvinto il lettore alle
pagine e lo sprona di continuo a chiedersi “Ce la faranno?”, “Ma come hanno
fatto?”.
Nulla è scontato, nulla è banale, nulla è stereotipato. La
narrazione è lineare, segue il percorso prestabilito senza sbandate; anche il
finale (cosa rara per un romanzo di questo tipo) è in piena sintonia con lo
sviluppo della trama.
L’auspicio è, ovviamente, quello di rivedere MacReady, Amelia
e, perchè no, Wilhelmina impegnati in una nuova avventura.
Intanto godiamoci questo libro e sfruttiamo i tanti spunti di
approfondimento (storico ma anche sociologico) che esso offre!
Anonimo Veneziano
Anonimo Veneziano
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