lunedì 5 marzo 2018

Le verità nascoste della svastica

Germania 1939, a pochi mesi dall’inizio della II G.M.
Servizio esclusivo del nostro uomo sul posto, Luigi De Conti.
Da informazioni ricevute si consiglia una ricognizione aerea della zona di Peenemumde, Germania orientale, affacciata sul Mar Baltico. Un aereo della R.A.F. è pronto al decollo; l’equipaggio è composto da Amelia Johnson, pilota ausiliario;
capitano John Wright, copilota; Frank Miller, agente dell’intelligence britannico.
De Conti nutre sospetti sulla donna: chi è veramente Amelia Johnson?
Stati Uniti d’America, stesso periodo.
Ultime notizie.
L’aereo inglese è stato abbattuto. Urge azione di ricerca dei sopravvissuti e loro esfiltrazione. Rick MacReady, capitano della US Navy ed incaricato della missione, dovrà fare l’impossibile per riportare a casa soprattutto Amelia Johnson. Perché?
Il tempo stringe; Hitler in persona ha dato l’ordine di risolvere quanto prima la faccenda e Wilhelmina Von Kluger, donna tanto affascinante quanto ambigua, sa che gli ordini del Fuhrer non si discutono. Chi è Wilhelmina? Perché Hitler tratta con rispetto Amelia?
Un momento: quanto sopra esposto è realtà o finzione? Soprattutto, come ha fatto Luigi De Conti a venire a conoscenza di tutto ciò?
“All’ombra della svastica”, strutturata come spy-story di sapore bondiano, narra quello che ben sarebbe potuto essere un episodio secretato dell’epoca; così come Luigi De Conti ben sarebbe potuto essere l’inviato di una qualche testata giornalistica.
Luoghi (ad esempio: palazzi, strade, stazioni ferroviarie, porti, aeroporti), situazioni, atmosfere (basti pensare alla Berlino agghindata di tutto punto per festeggiare il Fuhrer) si possono toccare con mano: l’Autore conduce il lettore nel cuore della Germania nazista, fino all’incontro con Adolf Hitler in persona; lo fa volare su aerei e dirigibili, lo guida su automobili e treni, lo ospita all’interno di un U-Boat… tutto è realistico e descritto con padronanza di parole e termini tecnici.
Al riguardo De Conti merita un plauso per averci resi edotti, nelle note finali, di come macchine fotografiche in 3D e cibo esplosivo ma, al tempo stesso, commestibile non siano frutto del suo ingegno ma strumenti davvero in uso all’epoca. Altro plauso per aver ammesso di aver tratto spunto per la figura di Amelia Johnson dalla famosa trasvolatrice Amelia Earhart (oltre che dalla pilota Amy Johnson).
In ogni momento il lettore è accanto ai protagonisti, scaltri, accorti, maliziosi; entra nei loro pensieri, nei loro giudizi, nei loro dialoghi.
Anche il ritmo è quello giusto: serrato, senza pause (se non quelle strettamente fisiologiche). L’Autore tiene avvinto il lettore alle pagine e lo sprona di continuo a chiedersi “Ce la faranno?”, “Ma come hanno fatto?”.
Nulla è scontato, nulla è banale, nulla è stereotipato. La narrazione è lineare, segue il percorso prestabilito senza sbandate; anche il finale (cosa rara per un romanzo di questo tipo) è in piena sintonia con lo sviluppo della trama.
L’auspicio è, ovviamente, quello di rivedere MacReady, Amelia e, perchè no, Wilhelmina impegnati in una nuova avventura.
Intanto godiamoci questo libro e sfruttiamo i tanti spunti di approfondimento (storico ma anche sociologico) che esso offre!

Anonimo Veneziano
 

Nessun commento:

Posta un commento

Un libro per non morire

C’è un editore, da qualche parte in provincia, che stampa ancora libri. Non solo eBook. Non podcast da sfogliare con le orecchie. Libri veri...